mattinale #27

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intanto è stato semplice

ho spostato mobili

da una casa all’altra

così ho mosso storie varie

azioni definite e chiare

porte dirimpetto, finestre

così ho agitato acque tranquille

zone protette da epoche

a cuori stanchi

nuova opera messa in scena

una rinascita come vasi stagionali e belletti

insani quanto ricordare

giovanni michellucci!

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Nonostante l’infinita varietà, gli spazi possibili appartengono sostanzialmente a due categorie: quella dello spazio che vincola e quella dello spazio che libera. Ricordo – a testimonianza della prima – l’impressione di sgomento che,da ragazzo, mimetteva addosso il pesante cortile del tribunale medievale di Pistoia.

(brunelleschi mago,1972)

 

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Se dipendesse da me, vorrei togliere ogni diaframma all’interno della città: aprire gli ospedali,le carceri e perfino i cimiteri. Instaurando rapporti nuovi, bisognerebbe abbattere o ridurre al minimo quelle muraglie che dividono la vita di coloro che sono “dentro” dalla vita di coloro che sono “fuori”. Ogni edificio dovrebbe prolungarsi nella città e la città dovrebbe abbracciare l’edificio.

(non sono un maestro,1976)

 

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Ogni costruzione è un percorso, che si riallaccia, o realmente o idealmente alla città: cioé è un elemento della città, la prosecuzione del “percorso” cittadino della strada.

(la città di michelucci,1976)

mattinale # 23

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è venerdì, vedi

e le persone viaggiano

come faccende quando vanno in malora

questo è solo un pensiero

diventa paesaggio

a passare lento

e voci fioche e impastate

le persone scambiano il passo

è un puro balletto

e poi scambiano parole e strofe

così promesse difficili da fidare

gli spostamenti sono teneri

in vostra assenza

mattinale #15

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ecco, posso sempre dire

ho frequentato altri linguaggi

il verbo dei bambini

il cambio dei vestiti

note come favole

quei colori immaginati

ho amato le alchimie

e le sagge mescolanze

distillati di frutta

e vassoi colmi di grazia

non ho impressionato

non ho digiunato

in un soffio di stagioni

avvolto il mio mantello

 

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ann cotten!

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VIVERE  CON  I  FIORI

Ci sono delle ore in cui andiamo dalle piante di casa e soffiamo. Non vogliamo vivere soli, diciamo poi, ci piacerebbe, e accarezziamo le foglie, ci piacerebbe fosse un po’ diverso, che la luce, per esempio, fosse animata, ci piacerebbe, diciamo, e un tale alito di vento semantizza tutto. le nostre guance ci sono troppo care oer invecchiare senza essere conosciute, troppo care anche per la federa del cuscino , ma noi lo stesso alla federa ci stringiamo. Vorremmo volare, per esempio, gli affidiamo, come gli uccelli che ci svegliano al mattino graffiando il tetto di lamiera, come se non avessero appoggi migliori per la loro condizione privilegiata, e noi sediamo, quando piove, al caldo e prendiamo boccate d’aria e beviamo vino.

blok & kline

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Verranno furtive le notti bianche.

E scaveranno l’anima con la bianca luce.

E insonni uccelli mi beccheranno gli occhi.

E aspetterò con il viso arreso.

 

Sarò morto, con il viso levato.

Verrà chi più al mondo mi ama:

mi bacerà sulle labbra morte,

mi coprirà con un fazzoletto odoroso.

 

Verranno, altri, zapperanno le zolle,

mi seppelliranno, se ne andranno ttranquilli:

avrebbero potuto pregare per me,

ma lo ha loro impedito la notte bianca!

 

 

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perso & ritrovato

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sono nata fuori

sono cresciuta fuori

sono vissuta fuori

non ho più imparato le scorciatoie

i meccanismi improbabili

sono improbabile e senza rotta

imprevedibile anche a me stessa

fuori vero da ogni controllo

anche da me stessa

non appartenente ma presente

e viva per non buttarmi

se mi riconosci

sono cresciuta fuori

e sono strana

sono strana dentro

che poi è la faccenda più difficile

perché non è un vestito da cambiare dopo colazione

perché non è un fatto di tendenza o di crescita

esiste e basta

così finisce che non appartieni a nessuno

forse neanche a te stesso

da anni sono vissuta fuori

sempre in bilico su due strade

due sentimenti due sensazioni

e molti più ancora

per anni ho pensato di vendere la pelle

o comprarne una

non ne posseggo nessuna

che ci vuoi fare

sono nata fuori

 

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